Scrittori senza retorica

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Racconti italiani sulla resistenza

Nel mese di APRILE alcuni nostri lettori vi prepareranno una sorta di sentiero letterario – cinque appuntamenti sul nostro sito – tra le alture del romanzo neorealista italiano.

Al di là di ogni possibile retorica o di ogni salda ragione politica o civile, la letteratura – ancora una volta – ci offre la possibilità di legare i nodi della storia passata con il nostro presente individuale e collettivo; di incontrare autori già noti e conosciuti nei panni di combattenti; e anche di penetrare il nostro territorio nazionale imparandone le radici. Resta vero, infatti, che le vicende riportate dagli autori sulla pagina sono emozioni vissute concretamente sulla terra che a loro appartiene. La Liguria di Calvino e di Caproni, il Piemonte di Primo Levi e la Val d’Aosta di Ada Gobetti, l’Emilia-Romagna di Renata Viganò sono ad un tempo esempi letterari e squarci di scrittura locale, non meno emotivamente coinvolgenti dei canti e dei testi poetici dedicati alla Resistenza; o dei versi di Piero Calamandrei, uno dei padri della nostra Costituzione, i cui versi sono indiscutibilmente divenuti nel tempo universali.


25 Aprile 1945

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.

Questo testo di Piero Calamandrei è l’epigrafe nella lapide, posta il 4 dicembre 1952 nel Palazzo comunale di Cuneo, nell’ottavo anniversario della morte del partigiano Duccio Galimberti. Calamandrei ha voluto testimoniare l’indignazione dell’Italia contro il generale Kesserling, comandante in capo delle forze armate tedesche che hanno occupato l’Italia dopo l’armistizio del 1943.


Ascolterete:

10 APRILE
ITALO CALVINO, Il bosco degli animali
Paolo Casarini


13 APRILE
RENATA VIGANÒ, La grande occasione
Adriana Guerrieri


16 APRILE
GIORGIO CAPRONI, Il Natale diceva Pablo…
Santo Pirronello


19 APRILE
ADA GOBETTI, Si sentì più alto
Rita Tarabusi


22 APRILE
PRIMO LEVI, Fine del Marinese
Luca Paolini


25 APRILE
DINO BUZZATI, 25 Aprile
Sandra Tassi

Tutti i testi sono riportati in: Gabriele Pedullà (a cura di), Racconti della resistenza, Einaudi

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