GUIDO CONTI, La profezia di Cittastella

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Mondadori, 2016, pagg.318, euro 20.00

cittastellaLa profezia sta per avverarsi. Ricordate? Il vostro erede sarà colui che vi ucciderà. Morirete per mano sua, per opera del figlio nato sotto il segno del drago… è tutto scritto nelle stelle. E il drago adesso è in città. E’ venuto a cercarvi.

Guido Conti conferma senza alcun dubbio il suo grande talento di affabulatore.

Già con Il coccodrillo sull’altare (Guanda), che ha segnato il suo esordio ufficiale nel mondo della letteratura italiana degli anni ’70 (nel 1998 ha vinto il premio Chiara) fino alle recenti fiabe, di grande successo, sulla cicogna Nilou (Rizzoli, 2014) la sua scrittura piana e di grande respiro descrittivo si è imposta come elemento caratterizzante dei suoi romanzi.

Si ripropone oggi al pubblico con La profezia di Cittastella (Mondadori) laddove il romanzo di finzione e il romanzo storico si incontrano, in una narrazione “visiva” e di grande effetto cinematografico; tant’è che, come capita con sempre maggior frequenza, la partitura narrativa potrebbe godere di una immediata trasposizione cinematografica.

La vicenda si svolge nel bacino del Po. É certamente il fiume, infatti, ad essere il motore lirico della prosa di Conti, si pensi, tra gli altri, a Il tramonto sulla pianura (Guanda, 2005), e a Il grande fiume Po (Mondadori, 2012. Suggestive si ripropongono le atmosfere della bassa padana, tra Mirandola, Carpi, Concordia, e la scrittura si impregna di odori e profumi di una natura che partecipa alla vita degli uomini.

La cornice storica che si dispiega attorno al romanzo di formazione del protagonista, Ruggero, rimanda al XVI secolo. La sua crescita e le sue avventure hanno, infatti, come sfondo gli scontri sanguinosi tra signorotti locali, lanzichenecchi al sevizio dell’imperatore Carlo V e il Papa guerriero Giulio II, mentre l’ombra della peste si allunga minacciosa.

La storia di Ruggero inizia nel Novembre del 1510. Piove da giorni, il Po è sul punto di inondare le terre limitrofe alla casupola di frate Berardo, che vive solo e conosce i segreti del sottobosco e i prodigi delle piante curative. É proprio davanti alla soglia della sua abitazione che un cavallo sceglie di fermarsi: è privo di forze, ormai, e ha trasportato fino a lì una donna esanime e un neonato. Berardo lo accoglie e lo cresce, fino a scoprire che il bambino arriva dal Palazzo di Cittastella, nel regno del duca Filippo, leggendario per la sua cattiveria. Ruggero, adolescente, incontra casualmente Eleonora sulle rive del fiume, e se ne innamora. Da quel momento l’attrattiva della città diviene più forte rispetto alla serenità conosciuta presso la dimora di Berardo, che ama come un padre. Così, mentre il Duca Filippo trascorre le sue giornate asserragliato nel castello, tra lusinghe di sudditi ipocriti e circondato da astrologhi, nani e giullari, Ruggero ritorna a Cittastella, senza sapere ancora di portare con sé una maledizione che è allo stesso tempo un dono: lui solo può riscattare Cittastella dalle angherie del duca (che, tra l’altro, vuole Eleonora come fattrice di un figlio maschio) e dalla depravazione della corte.

Con una struttura narrativa che segue la linearità del tempo, tanto che il lettore può sempre più partecipare delle sorti di Ruggero, il romanzo non si discosta dal montaggio classico del romanzo di avventura; resta fedele e accondiscende a tutti gli ingredienti che hanno alimentato – nella tradizione letteraria prima e poi nella cinematografia – l’immaginario collettivo dei secoli bui della storia europea.

Compaiono personaggi “già incontrati” e dal nome quasi familiare (Eleonora stessa riconosce nel nome di Ruggero uno dei protagonisti dell’Orlando Furioso); e poi volti deturpati o bellissime apparizioni femminili, avventori e ubriaconi nelle osterie, monache e fantesche. Eroi e traditori.

Un romanzo di controtendenza quasi, La profezia di Cittastella, che riconsegna al lettore un’opera di immediato coinvolgimento e la possibilità di nutrire la fantasia sotto le mura di un castello, interrogandosi ancora se il bene trionferà sul male, pur conoscendone già, come lo impone il genere, la risposta.