
LA MACCHIN-AZIONE
Congegni meccanici e versi in libertà
IL LEGGIO RISCOPRE IL LEVI FANTASTICO
“Il versificatore” è uno dei racconti dell’opera “STORIE NATURALI” di Primo Levi: si tratta di quindici “divertimenti” dell’autore, che ci invitano a trasferirci in un futuro sempre più sospinto dalla molla frenetica del progresso tecnologico, e quindi teatro di esperimenti inquietanti o utopistici, in cui agiscono macchine straordinarie e imprevedibili.
E, in effetti, la sospensione tra il possibile e l’impossibile prelude certamente ad un’indagine del reale e dell’uomo della modernità.
Nel panorama delle opere di Primo Levi, Storie naturali è tra quelle rimaste in ombra; accoglie una varietà di temi e spazia dalla disumanizzazione e alla burocratizzazione del lavoro al rapporto con il dolore e la felicità, fino ad arrivare all’assuefazione e alla dipendenza dalle macchine.
Storie naturali è una raccolta preziosa non solo perché permette di scoprire un Levi ai più sconosciuto, ma perché ha un valore letterario che va al di là dell’identità più riconosciuta dell’autore. Inaspettati e sorprendenti, i racconti di Levi consentono di liberare la fantasia e di eleggerla quale compagna della scienza nella comprensione dell’esistenza.
In ciascun racconto è presente un elemento disturbante, che spinge a mettere in discussione la più entusiasmante delle invenzioni, la più conturbante delle aspirazioni.
Scoprire la fonte del disagio, che si avverte in ognuna delle narrazioni dev’essere piacere del lettore.
Il Versificatore ha per protagonisti il signor Simpson, impiegato della NACTA e un poeta anonimo a cui vengono presentate straordinarie invenzioni dell’azienda, di cui l’ultima – enfaticamente denominata Versificatore – è in grado di comporre versi sotto l’indicazione di diversi comandi che ne caratterizzano in particolar modo il genere, la metrica, la rima.
Il poeta, nella prospettiva di Levi, finirà per abdicare il proprio ruolo in favore della macchina, cedendo a logiche commerciali e utilitaristiche.
A distanza di cinquant’anni, in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale rischia di sostituire l’uomo in ogni campo della sua attività, nella sua ri-lettura Sandra Tassi propone nel testo teatrale de IL LEGGIO – La macchin-azione. Congegni meccanici e versi in libertà – un finale che esorta a ripensare l’odierno rapporto uomo-macchina, una presa di coscienza della necessità di preservare il sentimento e la sua spontanea manifestazione attraverso la poesia.
Festival della Filosofia 2020
Chiostro del Palazzo Santa Margherita
Venerdì 18 settembre 2020